Associazione Rosso Nove

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Rossonove e Pietra Libera: una serata per ripensare il futuro degli spazi che abitiamo

il futuro dei luoghi non nasce dalle ruspe né dalle retoriche, ma dallo sguardo che decidiamo di rivolgere loro

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Venerdì 28 novembre 2025, nella sede dell’Associazione Pietra Libera e Val Maremola a Pietra Ligure, si è svolto un incontro partecipatissimo dedicato alla proiezione del film Il bosco al mare e a un dialogo sul destino dell’area degli ex Cantieri Rodriguez. Una serata intensa, che ha intrecciato contesto urbanistico, immaginazione, comunità e ascolto.
A introdurre l’appuntamento è stato Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione, che ha restituito una lettura ampia delle vicende relative ai progetti sull’area del cantiere navale.
Carrara, da anni attento osservatore del processo urbanistico, ha offerto al pubblico un quadro chiaro delle trasformazioni annunciate, sospese o rimandate, ricordando come quei quattro ettari affacciati sul mare rappresentino una delle questioni più decisive e controverse per il futuro di Pietra Ligure.

Ascolto, visione e un invito esplicito a cambiare sguardo

A seguire, ho parlato in qualità di fondatrice di Rossonove No Profit, guidando il pubblico nell’ascolto e nella visione del film. Ho presentato Il bosco al mare non come un documentario, non come un racconto lineare che spiega o dimostra, ma come una poesia di immagini e suoni, un varco attraverso il quale permettere ai luoghi di “dire” con una voce che spesso non ascoltiamo più. “quella presenza”, cercata dal movimento della camera, del suono e della danza, che si puo’ recepire prima che diventi discorso, concetto, calcolo e interesse.

Durante la serata ho quindi invitato tutti a sospendere per un momento la logica della soluzione immediata, per lasciare spazio al dubbio, all’immaginazione, alla domanda. E ho rivolto un appello molto preciso:

da oggi in poi, quando osserviamo spazi abbandonati, proviamo a non vederli come luoghi brutti da cancellare, ma come luoghi ricchi di valori e potenzialità la cui voce è utile rispettare.


Perché l’abbandono non è un difetto. E dentro quei vuoti apparenti ci sono storie, possibilità, memorie, che possono accompagnarci verso modi nuovi di immaginare, progettare, trasformare e abitare il nostro stesso futuro.

Il contributo di Bruno G. L. Padilha: l’esperienza di residenza

L’artista e ricercatore Bruno G. L. Padilha, ospite in residenza presso Rossonove in queste settimane, ha condiviso la sua esperienza sul territorio: giorni di incontri, ascolti, camminate, scambi.
Il suo intervento ha portato ai presenti la dimensione umana e relazionale che un progetto potrebbe anche avere: non un’opera calata dall’alto, ma una pratica di vicinanza, in cui arte e comunità si trasformano reciprocamente.
Padilha ha parlato della residenza artistica come occasione per comprendere e far emergere i desideri sottili dei luoghi, quelli che non si vedono sulle planimetrie ma che costruiscono il tessuto emotivo e sociale di un territorio.

Il film: un bosco che vuole tornare al mare

La regia di Federico Bonelli offre una trama fatta di domande: che cosa significa immaginare un futuro diverso da quello imposto dalla sola logica edificatoria? Quali visioni potrebbero guidare la mano che progetta, oltre il cemento e la cancellazione del passato? Il sogno da cui nasce il titolo, un bosco dell’entroterra che torna a toccare il mare, è presentato come un simbolo con radici precise soprattutto perché analogiche. E’ anche un invito a pensare che non tutto ciò che sembra impossibile lo è davvero.
A volte il limite è nel tipo di sogno che scegliamo di ricordare.

Una comunità che riflette insieme

Il dialogo con il pubblico è stato ricco, partecipe, a tratti profondamente emozionante.
Le persone presenti hanno portato domande, dubbi, intuizioni che si sono intrecciati in un confronto autentico, capace di restituire la complessità e la bellezza di un territorio che desidera pensarsi in modo nuovo. Si è parlato di come rigenerare il paesaggio senza snaturarlo, di che cosa significhi davvero sostenibilità quando viene applicata ai luoghi che abitiamo ogni giorno, e di quanto sia necessario costruire un senso di responsabilità collettiva che vada oltre l’interesse individuale. È emerso con forza il desiderio di immaginare uno sviluppo che non consumi altro suolo, ma che anzi valorizzi ciò che già esiste; e al tempo stesso la consapevolezza che il bene comune non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che coinvolge tutti.
La serata non ha voluto fornire risposte definitive, non era questo il suo compito, ma aprire possibilità. E in questo senso il film e il dialogo hanno funzionato come una lente: un modo per guardare di nuovo quello che conosciamo troppo bene, e che per questo rischiamo di non vedere più.

Il futuro come atto di immaginazione condivisa

Il bosco al mare non offre soluzioni: offre spazio.
E quello spazio, venerdì, è stato riempito da una comunità che ha scelto di interrogarsi, di immaginare e di ascoltare insieme. Perché il futuro dei luoghi non nasce dalle ruspe né dalle retoriche, ma dallo sguardo che decidiamo di rivolgere loro. E uno sguardo che riconosce valore e potenzialità negli spazi abbandonati è già, di per sé, un gesto di rigenerazione.

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