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La Puerta del Sol 1982-2022

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Alassio, quando l’Italia preparava il Mondiale ’82 all’Hotel Puerta del Sol

di Gessi Adamoli

La Repubblica-Genova, 30 giugno 2022

Gli azzurri in ritiro ad Alassio nell'estate del 1982
Gli azzurri in ritiro ad Alassio nell’estate del 1982 

Nei giorni dell’uscita di “Italia 1982 – Una storia azzurra”, il docufilm che narra l’impresa della Nazionale di Bearzot al Mundial, il racconto del ritorno all’hotel del primo ritiro azzurro prima del trionfo spagnolo

La Puerta del Sol di Alassio è stata la porta del paradiso. “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”, così concluse la sua storica telecronaca Nando Martellini e l’avventura, che ha portato la nazionale italiana di calcio a vincere il mondiale nel 1982, è iniziata proprio in quell’albergo in collina con vista sull’isola Gallinara. Per Alassio due settimane magiche, irripetibili ed anche, considerato che del ritiro degli azzurri nella cittadina ligure se ne parla ancora a quarant’ anni di distanza, una straordinaria operazione di marketing dovuta a Carlo Tomagnini, che era una fonte inesauribile di iniziative per promuovere il turismo ad Alassio.

Beppe Dossena, uno dei protagonisti della Sampdoria dello scudetto, faceva parte dei ventidue scelti da Bearzot, l’allenatore che vinse il Mondiale ma fece arrabbiare il presidente Pertini perché nello scopone che, durante il volo di rientro in Italia, giocarono contro Zoff e Causio, non calò il settebello. « Quel ritiro – ricorda – fu emozione grandissima per me che da bambino andavo a fare le vacanze con i miei genitori proprio ad Alassio. Papà tutti gli anni affittava casa nella piazzetta che è proprio a fianco del Balzola, il caffè pasticceria nel Budello, il cuore di Alassio. Al mare andavamo ai Bagni Molo e quando guadavo la collina rimanevo affascinato da quello splendido complesso alberghiero che era la Puerta del Sol. Era l’hotel dei ricchi, con piscina e campo da tennis, che noi non ci potevamo permettere e mai più avrei immaginato che qualche anno ci sarei stato in ritiro con la nazionale che sarebbe diventata campione del mondo».

Ieri Dossena era al Taormina Film Fest dove, al teatro Antico, è stato presentato ‘Italia 1982 – Una storia azzurra’, il docufilm che narra la straordinaria impresa di Bearzot e dei suoi ragazzi. Proprio Dossena, insieme a Selvaggi, ha avuto il compito di raccontare il periodo trascorso ad Alassio in preparazione. «Qualcuno disse che non si poteva fare un ritiro al mare in mezzo alla gente in vacanza, e invece fu una scelta mirata perché poi dovevamo giocare a Vigo sul livello del mare. Ci allenavamo con migliaia di persone presenti al campo e l’affetto della gente è sempre un supporto importante. Quando con Coralla Ciccolini e Beppe Tufarulo, regista e direttore artistico, sono tornato alla Puerta del Sol, per le riprese era come se qualcuno mi stesse strappando il cuore. La struttura è ormai fatiscente, abbandonata da più di trent’ anni. Quello che era il posto dei miei sogni di bambino è ormai solo un vecchio rudere. Tra l’altro non mi ricordavo che le stanze fossero così piccole, credo che i calciatori di adesso farebbero mille problemi».

Maria Vittoria Ienca, arredatrice di professione e skipper per passione nonché con un passato da amministratrice comunale, in quella fantastica estate ’82 era una delle collaboratrici che l’organizzazione aveva messo a disposizione della nazionale. «Guidavamo auto e pulmini – ricorda – con i quali i giocatori si trasferivano dall’albergo in collina sino al campo Ferrando. C’era anche Matilde, la figlia di Carlo Tomagnini, che come me giocava nell’Alassio di calcio femminile. Toccò invece ai ragazzi dell’Alassio e dell’Auxilium, due squadre che purtroppo hanno interrotto l’attività, fare l’amichevole contro gli azzurri e fu più la gente che rimase fuori dal nostro piccolo stadio che quella che riuscì ad entrare. I giocatori di allora non erano divi inavvicinabili. Facevano le foto con i tifosi, gli allenamenti erano quasi tutti a porte aperte, una ragazza di Alassio si fidanzò con uno dei giocatori e la storia durò anche dopo il Mondiale. C’era davvero una bellissima atmosfera e ad Alassio si parla ancora adesso di quei giorni. Carlo Tomagnini riuscì a fare un’operazione straordinaria».

Piero Sessarego, il decano dei giornalisti genovesi che viaggiava costantemente al seguito della Nazionale, conferma che per Alassio erano giorni magici. «Mi capitò da Genova di farci un paio di blitz e sembrava di essere in paradiso. Poi sulla mia cara Ritmo, insieme a Franco Tomati, partii per Vigo e finimmo all’inferno con polemiche feroci ed il silenzio stampa della nazionale. Probabilmente sono stato l’unico giornalista a chiedere scusa ai giocatori. Ricordo che dopo la vittoria sul Brasile, mi telefonò il direttore del Secolo XIX, Tommaso Giglio, ultra tifoso della Nazionale: ‘L’hai preso in giro quando meritava, ma ora con Pablito devi scusarti’. ‘ Con molto piacere’, gli risposi. Ed il giorno dopo uscì un mio pezzo intitolato: Caro Rossi, avevo torto».

Dove tutto cominciò: quella volta, Bearzot e gli altri ad Alassio

Nella città del Muretto il ritiro degli azzurri che trionfarono ai Mondiali di Spagna, l’11 luglio del 1982

 11/07/2022

https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2022/07/lig-mondiali-spagna-nazionale-1982-alassio-ritiro-bb2493da-7bd9-46bf-8c72-1cc5f1f9c526.html

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