Chi fa speculazione edilizia spesso maschera le sue operazioni finalizzate al massimo profitto utilizzando termini positivi. In questo modo, progetti che puntano principalmente a guadagnare rapidamente senza veri miglioramenti vengono presentati come interventi di rigenerazione urbana e sociale, green e sostenibili finalizzati alla valorizzazione del territorio.
- Rigenerazione Urbana: Presentata come riqualificazione di aree degradate, spesso serve a giustificare la costruzione di complessi di lusso.
- Innovazione Sociale: Usato per dipingere progetti immobiliari come benefici per la comunità, ma in realtà esclusivi e costosi.
- Sostenibilità: Etichettata con pratiche superficiali “green” senza nessun impegno al rispetto dell’ambiente.
- Valorizzazione del Territorio: Sfruttata per sviluppi intensivi che aumentano il valore a scapito della qualità della vita.
- Inclusività: Progetti presentati come accessibili a tutti, ma realmente destinati a fasce di popolazione più ricche, escludendo i meno abbienti.
Questi termini creano una narrazione positiva, nascondendo le vere intenzioni speculative dei progetti. Questo perchè un racconto che tiene conto della sostenibilità, del valore del territorio, del rispetto delle persone e delle comunità fa vendere di più e a prezzo più alto e crea consenso.
E’ stato pubblicato ieri su trucioli.it un nuovo contributo di Cristina Vignone sul tema delle operazioni immobiliari nel ponente ligure con particolare attenzione alle aree degli ex cantieri navali e Santa Corona a Pietra Ligure.
Potete leggere l’articolo qui: https://trucioli.it/2024/05/23/larchitetto-pietra-ligure-facciamo-chiarezza-ex-cantieri-navali-e-santa-corona-investimenti-per-350-mln-senza-piano-regolatore-a-chi-giova/
“Fatico invece a rassegnarmi che una città come Milano – ma la situazione si sta replicando anche in molte città di provincia – abbia ridotto il termine rigenerazione a sinonimo più elegante di speculazione edilizia. È il segno di una povertà culturale su cui è utile soffermarci.Che io ricordi non c’è mai stata una comunanza di termini e di temi tanto stretta tra chi costruisce e specula da una parte, e chi dissente e critica dall’altra: si usano le stesse parole alludendo a concetti profondamente differenti. Anche l’ultimo dei costruttori ha compreso che la parola magica che apre tutte le porte è rigenerazione; basta-consumare-suolo, la-terra-non-si-tocca, dobbiamo-essere-sostenibili sono gli slogan più frequenti. I più accorti parlano anche di comunità, di consumo-zero, di rigenerazione di contesti degradati, di nuove forme dell’abitare, e persino di permeabilità dei suoli. Qualcuno parla addirittura di rigenerazione sociale riempiendosi la bocca di una parola che manco conosce, sociale. Ma che la qualità urbana stia peggiorando è un dato che non può sfuggire più a nessuno.”. scrive Elena Granata nel suo articolo che spiega con chiarezza le dinamiche della speculazione edilizia milanese e il racconto positivo.